giovedì 22 dicembre 2016

La prova di coraggio.

Non avrei mai pensato che nello studio dove lavoro, per essere considerata a tutti gli effetti parte dello staff, avrei dovuto superare una specie di “prova di coraggio”. Nella fattispecie: sollevare da terra un bottiglione da 20 litri d’acqua (quindi 20 kg di peso), ruotarlo fino a capovolgerlo e inserirlo a testa in giù nella macchina erogatrice senza allagare tutta la stanza. Il tutto con due uomini (il mio capo e il mio collega) che mi guardavano con l’aria saccentella e divertita di chi sta pensando: “non è roba da femmine, non ce la farà mai”. Quegli sguardi hanno avuto su di me l'effetto di un fazzoletto rosso davanti a un toro, nonostante da fuori non trasparisse nulla, mandando in cantina la mia metà mite e pacifica e svegliando quella orgogliosa e testarda. Risultato: 20 kg sollevati in pochi secondi e bottiglione ruotato e perfettamente collocato, senza far fuoriuscire neanche una goccia, sotto gli sguardi increduli e sbigottiti di quei due, costretti ad ammettere non solo di avermi sottovalutata ma anche di aver fatto un disastro la prima volta, facendo schizzare e colare acqua ovunque, a differenza mia. Altro che il "se non ce la fai, lo faccio io", di pochi istanti prima. Ovviamente mi piace che un uomo sia gentile e si offra di aiutarmi, ma non che mi tratti come una bambolina di cristallo solo per rimarcare la sua superiorità a livello di forza fisica. Per me quella non è cavalleria, è arroganza...e potevo perdermi un'occasione così ghiotta per dimostrare a quei due che una donna, se vuole, trova il modo per fare qualsiasi cosa? ;)

1 commento:

  1. Cara Lucy, mi piace ciò che hai scritto, ti vedo una donna di un cero carattere, padrona di te stessa! Complimenti.
    Sono passato per augurarti un buon Natale e un sereno anno nuovo.
    Tomaso

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